martedì 14 ottobre 2008

Il relativismo totale

Siamo un paese che progressivamente ha perso potere, soldi, prestigio, influenza, rispetto e credibilità (diciamo dal rinascimento in poi).
Purtroppo oramai c'è da rimasto da perdere poco e niente, ,ma per una volta ci siamo superati.
Abbiamo perso il senso della realtà.

Solo in base a questa affermazione posso capire fatti che mi ronzano intorno. Oggi (complice il poco lavoro), ho fatto un giro nelle "terre ostili", ovvero ho letto un po' del contraltare dell'informazione e fra i siti che ho girato sono capitato in questa polemica da due soldi di Facci-Mastellarini contro Travaglio.

Sempre complice il molto tempo a disposizione, ho dedicato un po' di tempo a rispondere (fino a che la mia personalissima tigna l'ha fatto diventare l'argomento del giorno). Le risposte che giravano per il blog erano incredibili!!!! Devo riconoscere che l'obiettivo di disturbo ha colto il bersaglio. Me ne sono reso conto leggendo l'unico commento di buon senso (grazie sunny). Ho dedicato del tempo a rispondere alla polemica, mancando fatti più importanti. Difendo Travaglio e metto in secondo piano l'affermazione su Pecorella. Fregato da un prestigiatore neanche tanto bravo e da un trucco neanche tanto nuovo.

Ed è questo incantesimo che va in scena da tempo. Ci si concentra sulla polemica da bar sport e si diventa tifosi. Non cambio idea facilmente (e sempre malvolentieri), ma ho l'onestà intellettuale di capire che sbaglio. Con i Berluscones puri combatto contro una fede degna di ben altri ambiti, che passa su tutto, realtà inclusa.
Poi durante la partita un inquisito (Pecorella) diventa giudice della consulta.

Ed è questo l'ennesimo male da cui dobbiamo curarci. Il relativismo totale. Due polemiche, due battute pepate ed è tutto relativo. I fatti sotto il tappeto, il tifo sugli spalti e tutti possono dire tutto di tutti.

Il Grande Fratello (espressione di chiunque può andare in TV) fa parte anche dell'informazione. Tutti possono dire quello che gli pare (e questo sarebbe relativamente un male :-)), ma non i giornalisti. Il loro mestiere non può precindere dalla realtà sui fatti, lasciando libera la mano sui commenti. Quando esiste un sistema che si dedica a questo notte e giorno, soprattutto se dotato del megafono più forte, allora siamo in un incantesimo (e qui devo della SIAE a Grillo) in cui tutto è reale e tutto è falso.

Allora forse torniamo alle buone abitudini, leggiamo i fatti, chi li riporta, i relativi commenti, concentriamoci su quel poco di buono, seppellito da tanto schifo. Allora torneremo per terra.
E quando troviamo qualcuno degno di stima professionale, teniamocelo stretto. Perchè dire che è merce rara è sintomo di gigantesco ottimismo.

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