mercoledì 27 agosto 2008

Avanti il prossimo

Il rientro alle normali attività post estive mi ha fatto ricadere in tentazione. Nonostante i buoni propositi mi sono ritrovato a discutere di politica con un adepto dello "Zio Silvio" (parole sue non mie).

Purtroppo per la mia fragile forza di volontà era anche del tipo peggiore, il tifoso ultrà. Ho passato quindi due buone orette a sorbirmi i soliti luoghi comuni sull'imprensentabilità di Prodi, sui comunisti che predicano bene e razzolano male, su come quelli di sinistra non vogliono fare niente e avere la pancia piena e bla bla bla bla.

Ammetto che ne ho incontrati tanti (ammetto anche che questo era uno dei più tosti) e rimango sempre basito di come la propaganda agisca su certi individui in maniera profonda. Per spiegarmi meglio faccio alcuni esempi:

- "Prodi è impresentabile e ci fa fare pessima figura in Europa". Il mago del marketing qui si è superato. Forse una delle migliori interpretazioni. E' vero che la scena del Berluska che da del capò ad un deputato socialista tedesco è girata molto poco in TV da noi, ma non è una notizia da poco o che non si sia saputa. Inoltre (e qui è il primo cervello OFF della serata), Prodi è stato chiamato alla presidenza della comunità europea subito dopo degli scandali di corruzione proprio per l'integrità che rappresentava. Non è mia intenzione erigere un monumento alla memoria, ma qui ci sono fatti.

- "Beppe Grillo ha fatto i milioni parlando male di Berlusconi". Anche in questo caso non ho il neneficio di informazioni certe (non ho i 740 di Beppe degli ultimi 10 anni). Al di là del fatto che guardo poco a queste cose (ad averne di politici che si arrichiscono facendo correttamente il loro lavoro), apprezzo l'operato del buon Beppe e le battaglie che porta avanti e soprattutto a capire come si possa sostenere che è meglio una persona che dichiarò di entrare in politica perchè altrimenti sarebbe fallita e sarebbe stata arrestata (uno dei pochi atti di onestà del Berlusca). (Secondo momento di cervello OFF).

- "I comunisti vogliono che tutto sia di tutti, poi se hanno una cosa se la tengono per sè". Credo che sia dai tempi di Don Camillo e Peppone che non sentivo un così alto momento di analisi sociale, ideologica e politica (con tutto il rispetto a Fernandel e Gino Cervi e relativi grandissimi personaggi e films). L'aver trasformato la parola comunista in una parolaccia è una delle cose per cui detesterò maggiormente il Berluska. Non sono un comunista (credo che molte intuizioni alla base del pensiero di Karl Marx siano tutt'ora molto valide, ma ho anche il buon gusto di non dimenticarmi di cosa insegna la storia), ma sostenere che invece un imprenditore sia qui per farci tutti ricchi, guadagnando e ridistribuendo (vi ricordo che parliamo di imprenditori non di ladri in calzamaglia nella foresta di Sherwood) sia un atto che nei momenti di maggiore buonismo definirei da dementi.

Questo è il mio piccolo contributo alle testimonianze di come esista un quarto potere e di come agisca su molti. E' un fenomeno indiscutibile e che purtroppo sfrutta la passività mentale che mediamente è presente negli italiani. Se fossimo più attenti e critici, se non fossimo assuefatti a certi linguaggi e a prendere per buono tutto ciò che ci viene propinato, se fossimo capaci di essere una massa pensante e non pecorona (la battuta viene facile) probabilemente non saremmo italiani. ( e spero prima o poi che mi sia dimostrato che questa è una battuta).

venerdì 22 agosto 2008

Cara vecchia Selezione Naturale

Questo simpatico vecchietto è Charles Robert Darwin, un signore che circa 160 anni fa pubblicò una delle più importanti teorie della storie della scienza, la celeberrima teoria della selezione naturale, che ci spiegò benissimo come si era evoluto il nostro pianeta dalla nascita della vita.

Dopo 160 anni lo abbiamo dimenticato (e la chiesa e diversi movimenti teo-con provano anche a cancellarlo) e abbiamo soprattutto dimenticato qual'era il risultato del processo che lui scoprì in natura.

Non ho dato di matto. So benissimo che l'uomo è oramai fuori dalla selezione naturale e che le nostre conquiste tecnologiche permettono la sopravvivenza della maggior parte degli individui ( e lo considero un bene, ci mancherebbe) della specie umana, prescindendo dalle loro capacità o menomazioni fisiche (io stesso non sono più originale e senza la moderna chirurgia del ginocchio dubito che sarei campato a lungo all'età della pietra).
Però le idee che stanno alla base del principio sono universali e si applicano ancora alla perfezione, se confrontate però, sulla base dei moderni parametri del società civile.

Spostandosi nel contesto sociale le teorie di Darwin si possono ancora ritenere valide e sono ancora in grado di indicare la via il miglioramento di una società (città, nazione, continente, scegliete voi la dimensione) e, ancora una volta, se si selezionassero gli individui migliori (magari in base all'intelligenza, ai talenti, all'inventiva) e si garantisse loro maggiori possibilità (non necessariamente la sopravvivenza), si otterebbero società migliori.

In fondo la tanto agoniata meritocrazia (parola con cui si riempiono la bocca tanti, ma che in realtà non vuole nessuno) può essere vista come figlia leggittima e moderna della selezione naturale. Purtroppo la società non è qualcosa di naturale e non ha nessuna voglia di sottoporsi alle regole di mamma natura.

La mancanza di selezione naturale si chiama raccomandazione, si chiama nepotismo, si chiama sopraffazione, e sta agendo deleteriamente su tutti noi. I potenti attuali (siano essi politici o economici) brandiscono questi concetti solo a loro comodo. Il libero mercato, alla base del liberismo (forse un po' passato di moda), è un'altra declinazione della selezione naturale, ma ha la stessa veridicità dell'isola che non c'è.

Quando esisteva ancora un brandello di libertà (condizione naturale) il nostro paese ha prodotto grandi uomini (come Pertini, come l'ing. Olivetti) che erano in grado di farsi largo con le loro idee e che progredivano per sè, ma i cui influssi si propagavano anche agli altri individui.

Adesso si bara su tutto. Adesso ognuno cerca la sua strada per non sottoporsi alla "selezione". Nessuno cerca più la strada di un vero confronto, anche perchè questo vero confronto non esiste per definizione. "Sopravvivono" individui che hanno come qualità la furbizia e la mancanza di scrupoli, la meschinità.

Nei branchi di molte specie esiste un maschio dominante, in grado di propagare le caratteristiche migliori alla prole. Nella società (italiana in particolar modo) esistono dominatori e servi di vario genere. In questo caso però la rincorsa alla successione non passa per il confronto, ma per il lecchinismo, altro processo che porta alla selezione delle menti più deboli.

Probabilemente piace hai più, altrimenti non saremmo giunti a questo punto, ma rendiamoci anche conto che esistono anche nuovi fattori di selezione, primo fra tutti la globalizzazione, che sta già selezionando sul pianeta terra i futuri vincitori. E a perdere sarà l'intero genere umano.

La mancanza di selezione naturale ha distrutto quanto di buono hanno fatto i nostri genitori e nonni, quanto siamo sicuri che potremo tirare avanti in queste condizioni prima di dover abdicare come nazione, se non addirittura come specie?

mercoledì 20 agosto 2008

Coerenza Istantanea

Leggo (con disgusto sempre maggiore) la stampa italiana, in particolare il mio bersaglio preferito è La Repubblica. Sono uno dei tanti testimoni dell'imbarbarimento di questo quotidiano, sempre più organo di partito, sempre più allineato al pensiero comune (e solo leggermente di centro sinistra, se questa distinzione abbia ancora un senso). Mi imbatto in un articolo fenomenali: prima mi trovo uno splendido editoriale di Eugenio Scalfari (potrei citare anche il no sense della lettere del buon Uolter che ci parla della memoria "dimenticata", ma non sparo sulla croce rossa). Oggi mi prendo il gusto di rispondergli.

La tesi di Scalfari è che motivo fondamentale della deriva italiana è l'aver perso la critica dell'opinione pubblica. Nell'articolo il giornalista vaglia quindi le opinioni pubbliche rimaste, e di come queste alla fine, con poche eccezioni, si appiattiscano sul pensiero capitalistico, incarnato alla meraviglia dal Berluska e dalla coltura del vuoto egoismo che questo rappresenta. I brandelli di pensiero "del bene comune" rimangono quelle dell'attivismo cattolico (ma non quello del Vaticano) e brandelli del pensiero di riformista e di sinistra, orfano di leader e di spazi.

Niente da eccepire l'articolo al suo articolo, che trovo per larghi tratticondivisibile, ma è proprio sulla fine che comincia la parte propagandistica e soprattutto credo che Lei non sia proprio la persona che possa lamentarsi di questo.

L'Italia è da sempre caratterizzata da un popolo che di senso civile ne ha così poco, che sono ancora sorpreso di come possa essere ulterioremente diminuito nel corso degli ultimi anni. Pecoroni che votano la coalizione vincente solo per sentirsi vincenti (tanto per fare un esempio di assoluta mancanza di intelleto e senso critico), che votano chi gli toglie le tasse (invece di premiare chi le ha fatte pagare come il vampiro Visco, come se uno stato non fosse basato anche sulle capacità economiche che le tasse gli garantiscono). L'italiano ha bisogno di idee semplici, perchè ha una mente semplice ( e potrei peggiorare sugli aggettivi, e non uso la parola populista per non mischiarmi con il largo uso che se ne fa).

Non sono così filosofo da poter analizzare come l'assoluta presenza di egoismi o stupidità ci abbia reso così inutili come popolo da meritarci in parte la situazione in cui siamo. Di come siamo stati educati all'avere e non all'essere, di come la dominazione degli ultimi 20 anni di pensiero capitalistico, unito alla assoluta demonizzazione delle differenze, abbia creato una stupidità diffusa che potrà solo peggiorare (unitamente alla mancaza di un sistema pubblico di educazione come la scuola italiana che sta creando sempre più pecora da pascolare).

Non sono però così cieco da notare come anche i giornalisti siano responsabili della mancanza di voci critiche che avrebbero potuto svegliare qualche mente. (Anche loro sono chini al pensiero comune del dare ragione al padrone, perche "tengo famiglia", o per semplice opportunismo).

Anche lei, singor Scalfari, si è lungamente sperticato a demolire quei brandelli di pensiero riformista, che si ritrovano nelle idee portate avanti da Beppe Grillo (la cui risposta mi ha già anticipato) in quelle di Antonio Di Pietro. Sono particolarmente colpito dal fatto che le persone che parlano di bene comune, che propongono idee nuove e ancora si scandalizzano per lo schifo che ci circonconda e addirittura riescono a creare azioni e aggregazioni intorno a questi argomenti, sono regolarmente marginalizzate e criticate non nel merito, ma negli intenti proprio da Scalfari e da altri pensatori di sinistra. Lei ne sa qualcosa.

Questo contribuisce all'appiattimento generale signor Scalfari. Il critcare a prescindere rende impossibile il confronto che potrebbere nascere anche dalla critica delle idee, che sono sempre criticabili. Queste voci riescono a smuovere porzioni forse non politicamente determinanti, ma sono germi di un meraviglioso virus e che potrebbero arricchirsi e crescere se si accettasse di uscire dalla logica di partito, caro signor Scalfari, che li vede come minacce in quanto pescano nel serbatoio sbagliato e non attaccano il nemico Berluska e basta. (e credo che la sua posizione e il suo patrimonio la mettano al riparo dalla logica del tengo famiglia).

La volevo avvisare che se il popolo di centro sinistra (di cui facevo parte) è smarrito, e perchè probabilmente non si riconosce più in nessun partito perchè si trova schiacciato tra chi non riesce a differenziarsi dal Berluska (il PD-elle per citare ancora Beppe) e ne sta sempre più adottando i metodi e le idee (io poi sono personalmente convinto della partecipazione alla dittatura attualmente in atto), e fra preistorie politiche che non capiscono che oltre che idee nuove servirebbero anche facce nuove più "spendibili". Sono queste le ragioni che costringono i suoi referenti a schifare, invece che a contribuire, alla seguito di queste nuove idee.

Dovrebbero accettare un confronto vero da cui probabilmente uscirebbero sconfitti, dovrebbero abbandonare i gangli di potere che sono alle loro spalle e che sono la loro unica ragione di esistenza politica, dovrebbero rinunciare alla loro posizione di casta, ma soprattutto dovrebbero dimettersi per lasciare spazio, facendo ripartire il pensiero di sinistra, ammettendo le loro colpe enormi. Ma da Lei, queste critiche le ho lette raramente.

E allora la accuso di opportunismo e soprattutto del male più diffuso di questi tempi, la coerenza istantanea. (Sono coerente con le affermazioni che faccio adesso, ma mi riservo di smentirle con altre parole o fatti anche fra 5 minuti. Ci sono fin troppi maestri in questo paese, esca dal gruppo accetti il consiglio). Un articolo di buon senso non può valere le distorisioni di decine di altri. Se si è convinti di un idea la si segue o la si cambi ammettendo di aver sbagliato in precedenza. Sarebbe di gran classe, oltre che molto dignitoso.

mercoledì 13 agosto 2008

Giochi di prestigio

Le olimpiadi sono iniziate da un po’ giorni e, come da previsione, si è già dimenticato molto del corrollario di polemiche e proteste che le hanno accompagnate.Si pensa solo all’evento sportivo. Qualche telegiornale, complici alcuni attivisti cinesi, il cui coraggio va lodato, si ricorda delle polemiche sul paese ospitante, ma nel complesso non mi sembra che ci sia un grandissimo movimento di denuncia che irrompa sulla scena.

Forse è meglio così. In questo medioevo del dio denaro, alle volte è una necessità, oltre che un piacere, dimenticare che dietro a queste apparenze dorate c’è il putrido della nostra società, e piacerebbe abbandonarsi ad una rilassante normalità. In fondo l’Italia va bene, i nostri sportivi sono dei magnifici esempi di dedizione e sacrificio (e non lo dico con tono ironico).

In fondo lo scopo di tutta la propaganda (preferisco questa parola al più asettico marketing) non è proprio questo?? Se non si può nascondere, perchè stavolta il trucco non è riuscito alla perfezione, si cerca di rimuovere o incanalare, nella peggiore delle ipotesi di stravolgere il senso delle cose, perchè passi un’unica verità di bellezza.

Sono convinto anche che la guerra in atto in Georgia sia stata volutamente orchestrata dalla Russia in questi giorni, perchè avrebbe fatto fatica a trovare spazio nei giornali e telegiornali, nei cuori e nelle menti, con tutto il mondo che guardava da un’altra parte.

Perfetto gioco di prestigio. Lo dicono tutti prestigiatori che la loro illusione, la loro arte, è basata sul far guardare la mano destra, mentre la sinistra esegue il trucco. Guardate la mano con i cinque anelli, mentre l’altra fa le prove di un conflitto mondiale (visto che si tratta sempre di petrolio, per cui prima o poi ci si scannerà come, o peggio, di sessant’anni fa).

Vorrei abbandonarmi solo al pensiero che lo sport è bello, che è bello tifare la propria nazione (e anche questa è propaganda perchè se poi penso al Berluska, tiferei rigorosamente per l’’avversario). Fortunatamente provo ancora schifo per le parole “forza di pace”, usate da Repubblica per parlare dell’esercito russo architetto ed invasore di questo conflitto.

Deve esserci un qualche automatismo nei pc dei pseudo-giornalisti, un’aggiornata ed evoluta
forma di censura che agisce si impossessa della macchina (o forse ha solo sostituito la mente che guida la mano dello scrivano). Scrivi “guerra” e sostituisci con “missione di pace”; scrivi “massacro” e traduci con “inevitabili vittime civili”; scrivi “invasori assetati del controllo di un oleodotto” e sostituisci con "forze di pace".

Come sia fa a trovare un equilibrio, come si possono scindere le due cose, quando la base del gioco è che una nasconda l’altra? Forse vivere sempre in trincea, con i relativi mal di fegato, non è possibile, perchè tutti hanno bisogno di un'oasi di tranquillità, ma è ancora un lusso che ci si può permettere? E forse non mi dovrei lamentare se questo è la sola scomodità che devo soffrire.

venerdì 8 agosto 2008

Spirito Olimpico


Sono iniziate le olimpiadi, e complice la bellissima (è inutile negarlo) cerimonia di apertura, presto il rumore delle proteste per tutte le nefandezze che la Cina porta legate al suo nome si dimenicheranno, lasciando spazio solo alla manifestazione in sè.

Dovrebbe essere incredibile la capacità umana di infagare qualsiasi cosa, ma oramai riesce sempre più difficile stupirsi. Le olimpiadi hanno solo la patina di quel mondo di nobili ed esemplari sentimenti, indissolubilmente legati al fare sport, al competere, alla voglia di superare sè stessi e gli avversari, che è il maggiore premio delle tante fatiche che uno sportivo (o una sportiva, ci mancherebbe) affronta solo per arrivare lì, nell'olimpo delle competizioni.

Le vittime siamo tutti noi, a partire dagli atleti e a finire ad ogni singolo spettatore, privato (se fornito di coscenza) del poter godere pienamente della gara, del tifo, della bellezza di uno sport (scegliete il vostro preferito) portato alle massime capacità del genere umano, senza pensare che siamo al cospetto di una macchina da soldi (sponsor), di leggittimazione planetaria (il governo Cinese), in un intreccio di soldi,interessi e potere (come al solito)

Gli sportivi sono le prime vittime e forse, se si parlerà solo di loro nei prossimi giorni, almeno riavranno la loro competizione, in barba agli sponsor (o anche in qeusto caso per la loro gioia), ai politici e a tutto lo schifo che si specchia nella loro fatica. Vampiri del bello, perchè altrimenti dovrebbero mostrarsi con le loro facce di usurpatori di emozioni, e si sa che non gioverebbe al marketing.

Queste olimpiadi sono finite alla Cina per garantire ai mostri sacri (Nike, Coca Cola, MC Donalds, Samsug, e non mi dilungo oltre perchè la lista degli infami è lunghissima) di diventare famosi nel "mercato" più grande del mondo, con ben un miliardo e trecentomila nuovi potenziali consumatori (credo meno, perchè in Cina i palloni dell'Adidas se li possono permettere in pochi, magari si investe per il futuro), numeri che giustificano tutto, partendo dall'assegnazione dei giochi, fino al rimuovere qualsiasi problema possa rappresentare la Cina agli occhi dei popoli occindetali ( A proposito, consiglio di ascoltare le parole del grande Mennea sul CIO e le sue dinamiche). A loro serve solo un bel abito, fatto ovviamente di sudore e fatica altrui, per aumentare i profitti.

Hu Jintao sentitamente ringrazia, perchè quel bel vestito lo indosserà di fronte al mondo intero, perchè la Cina ha un bisogno fortissimo di make up e marketing (anche loro) che la porti fuori dallo status di paese dei non diritti, dei regimi comunisti (e qui anche il Berluska ha lacune di memoria, come quando parla dell'ex KGB Putin), dello schiavismo delle masse e della tirannia interna ed esterna.
Le olimpiadi sono il bozzolo che farà nascere la farfalla di una Cina definitivamente tra i grandi del mondo (fra i buoni insomma), rendendolo un paese "spendibile", come direbbe D'Alema, agli occhi di tutte le genti, per le grandi capacità organizzative, per le capacità tecnologiche ed economiche, perchè siamo "noi cinesi" ad avere fatto tutto questo. A giudicare dal ritorno di fimma del nazionalismo cinese, sempre più forte, (e vi giuro che li considero a loro volta delle vittime di propaganda), almeno internamente la cosa funziona, e come se funziona.

Da noi poi sull'argomento si è toccato un ridicolo ancora più profondo, con i politici che chiedono agli atleti di fare quello che i loro datori di lavoro non gli permetto di fare (attenzione non intendo i cittadini, ma le imprese, che non vogliono problemi con le autorità del nascente mercato. "A buon imprenditor poche parole" diceva oggi Ellekappa su Repubblica). Loro non protestano, non disertano la cerimonia di apertura, non fanno NULLA, e lasciano "alla sensibilità dei singoli atleti" (Meloni dixit) la manifestazione dell'indignazione italiana per il Darfur, per il Tibet , per la mancanza di libertà di informazione (e su questo ci vuole coraggio, oltre che la faccia come il culo), per la violazione dei diritti umani che la Cina rappresenta.

Cari signori politici, a trionfo della vostra iprocrisia, quando sono i comici a farvi la politica contro, questa diventa materia a vostro uso e consumo, ma se vi fa comodo (e soprattutto se non siete voi ad essere messi alla berlina) gli atleti sono chiamati a farlo.
Anche questo andrà alla voce spiegatemelo!!!!

Finisco con una frase che mi piace molto e che vorrei che molti ricordassero guardando in faccia la bruttezza che il denaro e i suoi umili servi stanno facendo alle nostre vite, anche in questo caso:
"Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza"

lunedì 4 agosto 2008

La generazione perduta (?)


In un pigro pomeriggio di un lunedì di ferie mi trovo a passare dalle pagine di Repubblica e ci trovo un entusiasmante editoriale di Ilvo Diamanti. (Spero si colga il lato ironico della frase).

Non stimo molto Ilvo Diamanti come sociologo o politologo, preferisco dirlo subito, prima ancora che chi legga arrivi a questa ovvia constatazione. Trovo che sia un giornalista abbastanza fazioso, in grado di argomentare in piena convenienza PD. ( Si vede che la vicinanza editoriale con Scalfari non gli giova).

L'editoriale analizza la sconfitta di Rifondazione Comunista alla luce dell'abbandono dei giovani nel voto alla sinistra radicale, come storicamente avvenuto, perchè:

"... uno dei riferimenti politici più significativi per i giovani. I quali hanno di fronte un futuro aperto. Amano le utopie. Pensano che sia possibile afferrare i sogni. Raggiungere "l'isola che non c'è". E cercano, inoltre, di definire la propria identità tracciando confini netti fra se stessi e gli altri. Contro padri e padroni. Per questo molti giovani hanno guardato alle posizioni più radicali della sinistra (ma anche della destra) con maggiore passione rispetto alle altre generazioni".

Si prosegue sparando qualche cifra che dimostra come i giovani si siano sparpagliati in diverse direzioni privilegiando il Berluska e consociati, quindi Uolter e solo alcuni rimasugli si siano diretti verso le frange estreme (La Destra o la Sinistra arcobaleno), nessuno praticamente apprezza Di Pietro. Il Perchè ??

" ... Naturalmente, la spiegazione più facile è prendersela con loro. I giovani. Sospesi fra precarietà e un mondo di veline e amici, sarebbero stati risucchiati in un nuovo riflusso "conservatore." Per capire il deflusso dei giovani verso la destra e il non-voto, però, è più semplice soffermarsi sullo spettacolo offerto dalla sinistra, riformista e radicale. Il Pd, attraversato da divisioni personali e di corrente. Intorno ai soliti nomi: Veltroni, D'Alema, Rutelli. Marini.".

Credo che il signor Ilvo Dimanti tralasci un bel po' di dati nella sua analisi, nonstante sia titolato e nella posizione giusta per averli tutti. (Consultare la sua voce su Wikipedia per farsene un'idea).
Vorrei personalmente aggiungere qualche elemento alla sua analisi, che mi sembra molto più fondamentale per indirizzare meglio la sua bussola.

Primo fra tutti il crollo verticale dell'istruzione e dell'esperienza partecipativa. Negli anni novanta ero un adolescente e nelle mie conoscenze era impossibile o quasi trovare persone che non avessero un opinione politica perchè era la scuola e il suo ambiente ad importi questo problema.
Molti magari erano più tifosi che elementi pensanti, nel pieno utilizzo del loro libero arbitrio. Ma la scuola era un embrione di società, in cui ci si trovava a discutere e in cui era difficile rimanere neutrali. Certo vengo da un liceo politicizzato (Non il Damiani di Roma ci tengo a sottolineralo), ma non mi sembrava che questo andamento si limitasse al mio piccolo orticello.

Adesso che la scuola è stata significativamente smontata (sia nella sua parte di formazione, che nella parte di preparazione alla società) i soli valori che rimangano sono i video con i telefonini ed un'inquietante rincorsa al minimo comun denominatore di inteligenza.
La Televisione del buon Berluska ci ha progressivamente abituato al peggio, imponendo (complici genitori distratti) come modello il peggio televisivo, in cui il contenuto è bandito, a favore della sola immagine. La metonimia perfetta.

Questo giustifica il successo di trasmissioni come il Grande Fratello(in cui basta essere fighi e non abili per avere successo), le trasmissioni come i "I pacchi" (basta sapere contare fino a venti, aridatece i mega esperti di Telemike), Paris Hilton (esempio sublime di notorietà per vuoto perfetto). Questo imporre un modello alla portata di tutti e rigorosamente senza sforzo, ha vinto e schiacciato qualsiasi necessità di essere, di avere un contenuto, di confrontarsi. Il mio status sociale è definito dalla marca ben in vista sull'elastico delle mutande. Scelta la marca, scelto il partito. In questo nulla il Berluska (altro esempio di vuoto perfetto) ha potuto scorazzare e fare il suo comodo, perchè l'immagine c'era, il contenuto chi lo avrebbe giudicato??.

La più grossa colpa della sinistra (e qui parliamo di PCI, DS , PD, Rifondazione, PDCI, e chi più ne ha più né metta) è quella di aver perso il dominio culturale del paese, di aver lasciato scorrere il pensiero sociale verso l'ipocrisia del singolo, piuttosto che verso l'unione, di idee , di ideali (si potrà ancora usare questa parola), verso visioni prospettiche e globali, capitolando sotto i colpi dell'imperatore dei piazzisti.

Su questo Diamanti ha ragione: solo degli imbecilli di questo livello non hanno capito cosa stesse succedendo, attardandosi nelle loro beghe di cortile, e contribuendo in maniera significativa alla terribile deriva verso cui oramai navighiamo a vele spiegate.
Per la mia generazione è il '92 l'occasione persa, non il 68!!! Qualcuno riuscirà mai a capirlo.

O altri argomenti per Lei, signor Diamanti, ma anche tanti post da pubblicare. A presto.

sabato 2 agosto 2008

Daje Tonì

Il Tonino nazionale ne ha combinata un'altra, e fortunatamente mi dà modo di scrivere un secondo post su qualcosa di positivo.

Del lodo SchifoAlfano ne ho già parlato, e dopo la sua approvazione tutta la stampa, la TV e i "media" (io preferisco chiamarli organi di disinformazione) hanno archiviato il dibattito per parlare di altre menate (fantastico è l'articolo pre-commemorazione della strage di bologna commentato da Travaglio nel suo blog).

Bhè in questo inutile chiacchericcio, Tonino che ti fà?? Se ne va in corte di cassazione a depositare la richiesta di un referendum di abbrogazione per una delle leggi più schifose che il Berluska abbia fatto (o rifatto, o ri-ri-fatto).

Poi per concludere degnamente l'opera se ne va su you-tube e lascia un video per spiegare i motivi e invitare alla partecipazione (ho particolarmente apprezzato la parte in cui si definisce un nostro dipendente, sarà magari per conquistare consensi, ma è generalmente una persona che si è sempre presa la responsabilità di ciò che ha detto!!!).

Grazie Di Pietro, in questo paese di imbecilli sei deriso, per il tuo fare sempliciotto (io lo definirei genuino) e per i tuoi congiuntivi, invece di essere portato in trionfo per i grandi servigi che hai già reso come magistrato e per quanto di buono stai facendo come politico.
Nella mia modesta posizione di cittadino, ti ringrazio.

PS: per quanti ancora pensino che il PD faccia opposizione, cercate di capire la posizione di Uolter sull'argomento, e poi vi prego spiegatemela. Io faccio molta molta molta molta molta fatica a comprendere. Sarà che non sono riformista,educato e soprattutto venduto.