mercoledì 20 agosto 2008

Coerenza Istantanea

Leggo (con disgusto sempre maggiore) la stampa italiana, in particolare il mio bersaglio preferito è La Repubblica. Sono uno dei tanti testimoni dell'imbarbarimento di questo quotidiano, sempre più organo di partito, sempre più allineato al pensiero comune (e solo leggermente di centro sinistra, se questa distinzione abbia ancora un senso). Mi imbatto in un articolo fenomenali: prima mi trovo uno splendido editoriale di Eugenio Scalfari (potrei citare anche il no sense della lettere del buon Uolter che ci parla della memoria "dimenticata", ma non sparo sulla croce rossa). Oggi mi prendo il gusto di rispondergli.

La tesi di Scalfari è che motivo fondamentale della deriva italiana è l'aver perso la critica dell'opinione pubblica. Nell'articolo il giornalista vaglia quindi le opinioni pubbliche rimaste, e di come queste alla fine, con poche eccezioni, si appiattiscano sul pensiero capitalistico, incarnato alla meraviglia dal Berluska e dalla coltura del vuoto egoismo che questo rappresenta. I brandelli di pensiero "del bene comune" rimangono quelle dell'attivismo cattolico (ma non quello del Vaticano) e brandelli del pensiero di riformista e di sinistra, orfano di leader e di spazi.

Niente da eccepire l'articolo al suo articolo, che trovo per larghi tratticondivisibile, ma è proprio sulla fine che comincia la parte propagandistica e soprattutto credo che Lei non sia proprio la persona che possa lamentarsi di questo.

L'Italia è da sempre caratterizzata da un popolo che di senso civile ne ha così poco, che sono ancora sorpreso di come possa essere ulterioremente diminuito nel corso degli ultimi anni. Pecoroni che votano la coalizione vincente solo per sentirsi vincenti (tanto per fare un esempio di assoluta mancanza di intelleto e senso critico), che votano chi gli toglie le tasse (invece di premiare chi le ha fatte pagare come il vampiro Visco, come se uno stato non fosse basato anche sulle capacità economiche che le tasse gli garantiscono). L'italiano ha bisogno di idee semplici, perchè ha una mente semplice ( e potrei peggiorare sugli aggettivi, e non uso la parola populista per non mischiarmi con il largo uso che se ne fa).

Non sono così filosofo da poter analizzare come l'assoluta presenza di egoismi o stupidità ci abbia reso così inutili come popolo da meritarci in parte la situazione in cui siamo. Di come siamo stati educati all'avere e non all'essere, di come la dominazione degli ultimi 20 anni di pensiero capitalistico, unito alla assoluta demonizzazione delle differenze, abbia creato una stupidità diffusa che potrà solo peggiorare (unitamente alla mancaza di un sistema pubblico di educazione come la scuola italiana che sta creando sempre più pecora da pascolare).

Non sono però così cieco da notare come anche i giornalisti siano responsabili della mancanza di voci critiche che avrebbero potuto svegliare qualche mente. (Anche loro sono chini al pensiero comune del dare ragione al padrone, perche "tengo famiglia", o per semplice opportunismo).

Anche lei, singor Scalfari, si è lungamente sperticato a demolire quei brandelli di pensiero riformista, che si ritrovano nelle idee portate avanti da Beppe Grillo (la cui risposta mi ha già anticipato) in quelle di Antonio Di Pietro. Sono particolarmente colpito dal fatto che le persone che parlano di bene comune, che propongono idee nuove e ancora si scandalizzano per lo schifo che ci circonconda e addirittura riescono a creare azioni e aggregazioni intorno a questi argomenti, sono regolarmente marginalizzate e criticate non nel merito, ma negli intenti proprio da Scalfari e da altri pensatori di sinistra. Lei ne sa qualcosa.

Questo contribuisce all'appiattimento generale signor Scalfari. Il critcare a prescindere rende impossibile il confronto che potrebbere nascere anche dalla critica delle idee, che sono sempre criticabili. Queste voci riescono a smuovere porzioni forse non politicamente determinanti, ma sono germi di un meraviglioso virus e che potrebbero arricchirsi e crescere se si accettasse di uscire dalla logica di partito, caro signor Scalfari, che li vede come minacce in quanto pescano nel serbatoio sbagliato e non attaccano il nemico Berluska e basta. (e credo che la sua posizione e il suo patrimonio la mettano al riparo dalla logica del tengo famiglia).

La volevo avvisare che se il popolo di centro sinistra (di cui facevo parte) è smarrito, e perchè probabilmente non si riconosce più in nessun partito perchè si trova schiacciato tra chi non riesce a differenziarsi dal Berluska (il PD-elle per citare ancora Beppe) e ne sta sempre più adottando i metodi e le idee (io poi sono personalmente convinto della partecipazione alla dittatura attualmente in atto), e fra preistorie politiche che non capiscono che oltre che idee nuove servirebbero anche facce nuove più "spendibili". Sono queste le ragioni che costringono i suoi referenti a schifare, invece che a contribuire, alla seguito di queste nuove idee.

Dovrebbero accettare un confronto vero da cui probabilmente uscirebbero sconfitti, dovrebbero abbandonare i gangli di potere che sono alle loro spalle e che sono la loro unica ragione di esistenza politica, dovrebbero rinunciare alla loro posizione di casta, ma soprattutto dovrebbero dimettersi per lasciare spazio, facendo ripartire il pensiero di sinistra, ammettendo le loro colpe enormi. Ma da Lei, queste critiche le ho lette raramente.

E allora la accuso di opportunismo e soprattutto del male più diffuso di questi tempi, la coerenza istantanea. (Sono coerente con le affermazioni che faccio adesso, ma mi riservo di smentirle con altre parole o fatti anche fra 5 minuti. Ci sono fin troppi maestri in questo paese, esca dal gruppo accetti il consiglio). Un articolo di buon senso non può valere le distorisioni di decine di altri. Se si è convinti di un idea la si segue o la si cambi ammettendo di aver sbagliato in precedenza. Sarebbe di gran classe, oltre che molto dignitoso.

Nessun commento: