sabato 19 luglio 2008

Esperienze positive

Non mi voglio ridurre come un telegiornale, a raccontare e parlare solo di sfighe e cose brutte, qundi mi sembra doveroso inserire, di tanto in tanto, qualche buona notizia o qualche piccola isola di felicità per poter allegerire un po' i contenuti.

Sto lavorando a Trento da un po' di tempo e mi accorgo di aver trovato, seppur con i suoi difetti, una città che ancora sa difendersi dal medioevo che ha devastato il resto d'Italia.
Trento è una bella città, sicuramente non una megalopoli, in cui la gente ha un modo di ragionare assolutamente originale, per i tempi che corrono. Si vede ad un primo contatto con gli abitanti quel distacco tipico della gente del nord, che non sfocia però nell'emarginazione di terroni (con rispetto parlando ci mancherebbe), o extra comunitari (tant'è che la lega quassù fatica a dilagare, seppur con qualche cedimento).
Io sono abituato alla calda espansività una volta era un tratto distintivo dei romani, quindi magari fatico ad interaggire con questo distacco, ma non la giudico una cosa brutta, solo una differenza rispetto al mondo che mi circondava.

Qui la gente conosce ancora il senso della partecipazione alla vita pubblica, e sa ragionare non come un insieme di egoismi, ma come un gruppo di persone che si organizzano in una comunità, in cui il successo del singolo ha poi riflessi per tutti. Guardandomi in giro capisco che questa è una zona in cui esiste molto benessere, si capisce dalle macchine, dai negozi, o da altri possibili indicatori sociali che fanno capire il livello economico di un posto. Il Trentino riceve finanziamenti per il suo statuto speciale, e credo che da questo dipenda il tenore di vita locale, ma non è certo l'assistenzialismo che ha fatto la fortuna di quest'area.

La fortuna di questa gente è la capacità di autodeterminarsi in una forma che rende molto difficile la vita a chi non vuole partecipare alla comunità, ma ne vuole parassitariamente rubare le risorse. La gente è informata, segue la vita della provincia (dimensione forse più corretta per questo tipo di ragionamenti che la sola città), interpreta bene lo status di cittadino, svolgendo i propri doveri e richiedendo con forza i propri diritti. Qui i servizi funzionano e spesso sono gratis ( a partire dalla rete WIFI pubblica da cui sto scrivendo, ma ci sono esempi anche più importanti), gli ospedali funzionano, le strade sono pulite e ben asfaltate, le scuole sono le migliori di Italia (vedere l'esempio del Liceo di Cles che nei test internazionali batte anche i liceii svedesi o norvegesi generalmente in cima a tutte le classifiche), la provincia, il comune e le altre istituzioni fanno il loro dovere.

Perchè qui si e nel resto dell'Italia no?? Perchè qui è la gente ad esercitare il primo controllo sociale reciproco. Se butti una sigaretta per terra, è la persona al tuo fianco che si inalbera (per rimanere sul fine) e ti costringe a raccoglierla. E questo vale per tutte le cose. E' la società che controlla se stessa, producendo servizi che funzionano, mettendo alla berlina i ladri e i parassiti. Forse esagerano (spesso capita di leggere sul'Adige, uno dei giornali locali, delle sparate assolutamente esagerate rispetto alle dimensioni dei problemi), ma sicuramente possono insegnare al resto dell'Italia come si crea una società da un insieme di persone.

Trentini per favore, spargetevi e date il buon esempio a tutti gli altri.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono un Trentino che è vissuto per anni in Italia e ora è ritornato a Trento. Il tuo post è sintetico ma molto preciso. Ti ringrazio per la stima che dimostri verso la "nostra società"; forse è persino eccessiva, ma si basa su osservazioni corrette ed acute della nostra realtà e delle differenze che la distinguono dal resto d'Italia.

Le differenze sono la vera ricchezza dell'Italia.
Bisognerebbe prendere il meglio da tutti.
Ciao.